Sanzioni e modifiche statutarie

Gentile collega,

siamo alla fine del quinquennio del mio mandato da delegato, ovviamente qualunque riflessione sul passato e sul presente si trasforma in campagna elettorale per il futuro, generalmente i politici si scordano delle precedenti promesse io invece sono andato a vedere quello che avevo scritto cinque anni fa e, alla luce della riforma 2012 imposta dalla Fornero, ho sorriso di quello che avevo scritto allora, quando pensavo che a riforma 2008 non ancora ratificata dai Ministeri magari si poteva apportare qualche miglioramento.

Avevo comunque focalizzato tre tematiche di intervento:

— informazione;

— sanzioni;

— trasparenza;

Sull’informazione, per quello che serve, e vi posso garantire che anche se non è evidente serve e, io, in questi anni ne ho avuto la riprova, credo di avere fatto qualche cosa almeno a livello provinciale, addirittura mi ritrovo, adesso, che le mie email sono in qualche maniera indicizzate in internet ad avere richieste di informazioni da tutta l’italia e, però, visto che ogni tanto devo anche lavorare rispondo dicendo che ci sono anche gli altri rappresentanti provinciali.

La trasparenza che è diventata una tematica sempre più calda in qesti tempi e su cui c’è da dire, sarà oggetto di una comunicazione specifica a breve.

Rimangono le sanzioni che per me, da quando alle prime armi non ci avevo ancora capito niente e ne ho beccata una, sono rimaste un argomento che grida ancora vendetta e però sono anche attualmente un problema molto sensibile per i professionisti ed è mio avviso che le sanzioni debbano essere drasticamente ridotte e ho sempre operato per raggiungere questo obiettivo.

SANZIONI

I professionisti sono sotto pressione della congiuntura economica che ha eroso profondamente il reddito, un mancato pagamento, il fatto che stiamo dilazionando sempre di più e quindi ci stiamo indebitando e siamo più deboli, oppure,come è capitato a un mio amico, una moglie che comincia a dare i numeri, possono produrre una mancanza di liquidità e quindi un ritardo di pagamento, scatta subito il blocco del DURC e così in taluni casi ti trovi anche a non potere più lavorare con le pubbliche ammistrazioni (che magari sono le stesse che non ti hanno pagato) e a doverti giustificare come se fossi un ladro.

Di contempo è vero che senza sanzioni probabilmente nessuno farebbe più i versamenti e bisognerebbe sprecare enormi risorse per il recupero dei crediti e che non è corretto il comportamento di chi non versa nei confronti di chi fa grandi sacrifici per essere regolare.

E’ vero che con il ravvedimento operoso le sanzioni e gli interessi sono molto ridotti, però il mio amico, che non ha più una moglie consorte, ha deciso di pagare prima tutti gli arretrati a Inarcassa rispetto a Equitalia perché, a suo dire, Inarcassa ha interessi più gravosi (quindi Inarcassa dal suo punto di vista fa bene a mantenere le sanzioni alte).

Nel contempo la crisi del settore edile è sempre più forte e ci troviamo in una situazione assolutamente straordinaria, i colleghi che si trovano indebitati con Inarcassa e fanno i piani di rateizzazioni si trovano poi spesso a pagare poche rate e a non ruscire più a pagare le restanti rimanendo inguaiati.

Per tutto quello che riguarda Inarcassa bisogna fare il riferimento sempre alla sua Presidente che, anche se viene da una piccola provincia e rappresenta pochi iscritti, all’interno del CND ha un solido consenso di delegati che la seguono (ma da giugno sarà completamente fuori da Inarcassa).

L’impressione è che in questo momento la Presidente non sentisse particolarmente la necessità di ridurre le sanzioni, in merito si può leggere uno scambio di lettere tra la delegata degli architetti di Verona Iris Franco e la Presidente Paola Muratorio con replica di Iris Franco a cui non mi risulta sia poi succeduta la controreplica della Presidente che altrimenti avrei accluso.

Così assieme a circa 70 delegati (su 220) abbiamo richiesto di potere mettere all’ordine del giorno la revisione del regime sanzionatorio; durante l’ultimo comitato nazionale, i delegati architetti di Milano Arch. Bernini e di Padova Maurizio Marzola, hanno prodotto i loro studi:

— regime sanzionatorio Inarcassa a confronto con l’Agenzia delle Entrate;

— regime sanzionatorio Inarcassa proposta di riduzione;

purtroppo, essendo una richiesta di inserimento all’ordine del giorno posta dai Delegati, il Presidente di Inarcassa non ha potuto produrre uno studio dell’Ufficio Studi di Inarcassa che dettagliasse tutte le problematiche e le statistiche connesse al regime sanzionatorio.

Così dopo amplissimo dibattito, nonostanze l’istanza dei 70 fosse chiarissima: richiesta di dimezzare le sanzioni e gli interessi, il comitato ha votato una istanza che chiede di sospendere il dibattito in attesa della presentazione al prossimo comitato (fissato straordinariamente cinque giorni prima dell’apertura delle urne per le elezioni dei prossimi delegati Inarcassa), dello studio dell’ufficio studi, che in questo caso la Presidente può produrre, e della relativa proposta del CDA.

Non so se nel prossimo comitato nazionale passerà la proposta di dimezzare il regime sanzionatorio, ma so che Equitalia se non paghi le tasse non ti toglie il servizio santiario nazionale, mentre con la questione del DURC taluni se non pagano Inarcassa si trovano ad uscire dal circuito del lavoro e poi non riescono più a pagare le sanzioni.

Pertanto non ho dubbi chiederò il voto e mi faro rieleggere almeno fino a quando riuscirò ad intervenire significativamente sul regime sanzionatorio, anche se dovesse diventare una crociata.

MODIFICHE STATUTARIE

In questo quinquennio durante il quale, dal punto di vista previdenziale, è stato stravolto tutto, è stato diviso lo statuto originario, che conteneva i principi istituzionali ma anche le regole previdenziali, in due parti lo statuto con i principi e il regolamento con le procedure attinenti alle pensioni, mentre le modifiche allo statuto sono soggette al controllo di tre ministeri e per diventare definitive richiedono un lungo tempo di ratifica ministeriale, le modifiche al regolamento sono più snelle.

Il Regolamento Previdenza 2012 contiene tutte le nuove norme sulle pensioni che sono state divulgate, mentre lo Statuto con gli organi collegiali ecc. non era ancora stato toccato.

Il processo di revisione doveva concludersi nell’ultima riunione del comitato nazionale, dove i principi che dovevano essere modificati erano stati preparati da un apposito gruppo di lavoro, il comitato nazionale aveva già dato mandato al CDA di approntare il testo di revisione e infine doveva essere approvato il testo finale con i vari emendamenti.

ASSEMBLEE TERRITORIALI

Il primo principio che era stato proposto di eliminare era la base della piramide, cioè le assemblee territoriali, infatti queste assemblee sono state raramente convocate e hanno espresso un’azione sull’attività di Inarcassa nulla e quindi il gruppo di lavoro pensava si potessero eliminare in maniera indolore.

Nonostante le premesse fossero corrette il CND ha pensato che se anche non fossero utili non per questo si dovesse rimuoverle.

SFIDUCIA AL CDA

E’ stata inserita la possibilità di eventuale sfiducia del CND al CDA (con le dovute garanzie infatti ci deve essere una larga maggioranza contraria) con possibilità di rielezione dello stesso (un pò come fare un rimpasto del Governo, cambiando Presidente e ministri vari) mentre sino ad oggi una volta eletto il CDA, dura in carica tutti i 5 anni previsti, senza possibilità di modifiche.

RIELIGGIBILITÀ DEGLI ORGANI STATUTARI

Infine sono state inserite limitazioni alla rieleggibilità degli organi e a questo punto forse è meglio riportare il testo finale trasmesso ai ministeri per la loro approvazione finale.

Ecco il testo del nuovo art. 19 dello Statuto (sostituisce l’attuale art. 17).

Art. 19 – Durata in carica degli organi di INARCASSA e loro rieleggibilità

19.1 – I componenti del Comitato Nazionale dei Delegati durano in carica cinque anni e possono essere rieletti.

19.2 – I componenti del Consiglio di Amministrazione possono essere eletti per non più di tre mandati anche non consecutivi. La presente norma varrà dalla data di approvazione da parte dei Ministeri e non ha effetto retroattivo.

19.3 – Il Delegato, per poter essere eletto nel Consiglio di Amministrazione di INARCASSA, deve avere espletato almeno un mandato in seno al Comitato Nazionale dei Delegati.

19.4 – I componenti del Collegio dei Revisori dei Conti possono essere eletti dal Comitato Nazionale dei Delegati per non più di due mandati anche non consecutivi. La presente norma varrà dalla data di approvazione da parte dei Ministeri e non ha effetto retroattivo.

19.5 – La durata in carica dei componenti del Consiglio di Amministrazione e dei componenti della Giunta Esecutiva è sempre pari a quella dell’Organo che li ha eletti, salvo i casi di revoca di cui all’art. 12.1 lett. n).

Di tutto questo pacchetto posso dire che ho votato favorevolmente quasi tutto, compreso il mantenimento delle assemblee provinciali e la sfiducia al CDA, mentre ho votato contro al mancato effetto retroattivo. In buona sostanza chi ha già fatto tre o quattro mandati può farne altri tre, perché la norma non ha effetto retroattivo, io sono stato contrario perché se si pensa di introdurre un principio di limitazione dei mandati vuole dire che lo si ritiene giusto e, quindi, vale per chiunque.

L’inserimento del mancato effetto retroattivo si pensava fosse stato caldeggiato dalla Presidente Inarcassa Paola Muratorio che forte dei suoi quattro mandati in CDA (20 anni) di cui tre da Presidente (15 anni) anche, magari, non più come Presidente, intendesse rimanere nella stanza dei bottoni ancora per qualche anno, mentre, invece, non ripresentando la candidatura al CND, si è preclusa qualunque attività di governo dentro a Inarcassa.

Per fare capire il livello della polemica in questi mesi posso citare un recente editoriale di InGenio (la rivista online dedicata al settore delle costruzioni).

L’argomento è il nuovo vincolo per il neodelegato a non essere eleggibile al CDA per il suo primo mandato che io ho votato favorevolmente perché credo che il neodelegato prima di entrare nella stanza dei bottoni debba capire le dinamiche previdenziali e gli ci vogliano almeno un paio di anni.

Secondo InGenio:

Non abbiamo informazione ufficiale di queste modifiche, perché come suddetto i documenti sono riservati fino a alla loro ufficializzazione ministeriale, e quindi teoricamente non dovremmo sapere mai nulla prima.

(bisogna che mandi le mie circolari anche a InGenio)

Ma scadendo oggi la possibilità di poter presentare le candidature abbiamo ritenuto come redazione interessante ed utile sapere qualche informazione in più, visto che queste modifiche avranno poi incidenza sulle votazioni.

Abbiamo contattato alcuni delegati e si è reso disponibile a darci qualche informazione il delegato architetto di Matera Angelo Vozzi, che ci ha riferito sostanzialmente che – se venissero approvate dai ministeri le modifiche statutarie proposte dal CdA:

non potrebbero candidarsi al nuovo CdA nessun neo-delegato

il principio che “I componenti del Consiglio di Amministrazione possono essere eletti per non piu? di tre mandati anche non consecutivi” non sia retrottativo e quindi, paradossalmente l’attuale Presidente – se volesse, ma immaginiamo non sia così – potrebbe stare altri 15 anni nel CdA (ammesso che i Ministeri l’approvino entro Giugno 2015), che sommati ai 20 gia? passati, fanno un record storico… 35 !!!

Se queste informazione sono corrette non si può che rilevare che dovrebbero essere messe a conoscenza non dopo che la procedura per le elezioni è stata avviata, ma prima, perchè la scelta di dare il voto a un candidato o a un altro non può prescindere da questi requisiti. Per esempio, come ingegnere di Rimini, se queste modifiche statutarie fossero approvate, preferirei confermare il candidato esistente solo per poter avere la possibilità di averlo di CdA, mentre se lo statuto invece non cambiasse, allora potrei scegliere di votarne un altro per favorire il ricambio delle rappresentanze. E in ogni caso mi aspetterei da parte di INARCASSA l’assoluta trasparenza di informazione e non un riserbo totale.

Personalmente, visto che ho presentato la mia candidatura per il prossimo CND, ho una scarsissima stima di chiunque mi voti perché pensi che posso entrare nel CDA mentre i miei eventuali sfidanti non potrebbero entrare in CDA.

Circa le mie possibilità di diventare consigliere di amministrazione considerando che i Delegati sono circa 220, i posti in CDA una decina e sono una trentina i delegati che hanno cinque voti perché rappresentano 2500 iscritti, poi ci sono quelli con quattro voti, quelli con tre, mentre io ne ho solo due perché rappresento 550 iscritti, non ho mai calcolato le mie possibilità di entrare in CDA perché ne sarei rimasto demoralizzato.

Ringrazio per l’attenzione e invio i miei più cordiali saluti

Giuliano Arbizzani

Cesena, lì 10.1.2015

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