Paternità

Dal Delegato INARCASSA

Ecodoppler gratuito

Nell’ultima newsletter sono tornato a parlare della Polizza sanitaria Inarcassa-RBM Salute e di come per tutti è prevista la possibilità di un cheek up annuale gratuito segnalando che, per le sole signore, l’anno scorso, a marzo, era prevista, anche la possibilità di effettuare l’ecodoppler venoso e arterioso gratuito, ora so che anche per quest’anno è stata rinnovata l’iniziativa e fino al 31 marzo è possibile prenotare tale visita direttamente presso il centro medico, chiedendo autorizzazione alla centrale operativa tramite app, area riservata su http://www.inarcassa.rbmsalute.it o al n. verde 800.99.17.75, e la prestazione non richiede prescrizione medica.

Indennità di paternità

È stato approvato dai ministeri la delibera del Comitato Nazionale Delegati Inarcassa che regola l’Indennità di paternità.

Non tutti sanno cos’è l’indennità di paternità, mentre tutti conoscono l’indennità di maternità che è l’Indennità sostitutiva della retribuzione che viene pagata alle lavoratrici assenti dal servizio per gravidanza e puerperio e, che, per gli iscritti a Inarcassa è finanziata in parte con un apposito contributo e in parte con finanziamenti statali.

Nel caso che la madre non sopravviva al parto oppure che riporti una grave infermità o che abbandoni il figlio e ciò non solo nel caso che ci sia una nascita ma anche nel caso dell’ingresso in famiglia di un minore adottato o affidato, sino ad oggi vigeva il D.Lgs. n. 151/2001 che tutelava anche i liberi professionisti purché anche la madre fosse anch’essa libera professionista.

Con il nuovo regolamento Inarcassa ha ampliato tale tutela anche quando la madre non sia una libera professionista o una lavoratrice, per il periodo in cui essa non ne abbia diritto, per i tre mesi successivi all’ingresso del bambino in famiglia senza aggravio del contributo di maternità.

Cumolo Contributivo gratis anche per i liberi professionisti

Probabilmente farei meglio a tacere ma, la notizia è importante per gli iscritti ormai prossimi alla pensione, in realtà in questo momento Inarcassa è in attesa della pubblicazione delle disposizioni attuative, e dell’attivazione – da parte dell’INPS – della procedura necessaria per la verifica dei requisiti da parte di tutti gli enti previdenziali coinvolti, propedeutica al pagamento del trattamento pensionistico e quindi di fatto non esiste ancora e non è ben comprensibile l’impatto che avrà, sto parlando del Cumolo Contributivo.

La legge di stabilità 2017 – a partire dal 1° gennaio 2017 – ha esteso il perimetro di applicazione del cumulo dei periodi assicurativi già introdotto a suo tempo dall’articolo, 1, comma 239 della legge 228/2012 dal 1° gennaio 2013.

Il cumulo è un meccanismo, che si aggiunge alla ricongiunzione e alla totalizzazione, per valorizzare la contribuzione accreditata in più istituti di previdenza obbligatoria.

La nuova norma consente al libero professionista la possibilità di cumulare, senza nessun onere, i periodi assicurativi non coincidenti accreditati presso differenti gestioni (INPS, INPDAP, Casse professionali, Gestione Separata INPS), al fine di riconoscere un’unica pensione da liquidarsi secondo le regole di calcolo previste da ciascun fondo previdenziale.

Quando si cambia lavoro sovente si risulta iscritti, nostro malgrado, in una nuova diversa gestione previdenziale e, così, dopo essere stato dipendente, autonomo, professionista, ci si ritrova al momento della pensione con diversi spezzoni contributivi e con l’incertezza di come sarà calcolata la nostra pensione.

La soluzione a tale rebus, fino all’anno scorso, per Inarcassa era:

a)     Ricongiunzione onerosa (L. 29/1979 – Onere = Riserva matematica – Montante accumulato), con effetto dell’anzianità assicurativa sulla quota retributiva di pensione;

b)     Totalizzazione (D.Lgs. 42/2006), fatta eccezione per le finestre, il cumulo interessava tutti i periodi contributivi non coincidenti accreditati presso le diverse gestioni assicurative, e la liquidazione del trattamento è a carico dell’INPS;

c)     Ricongiunzione gratuita derivante dal mero trasferimento del montante contributivo, con effetto dell’anzianità assicurativa sulla quota contributiva di pensione.

La legge di Bilancio 2017 ha ora previsto una via d’uscita alternativa.

A decorrere dal 2017, infatti, è possibile “cumulare” gratuitamente i contributi versati in diverse gestioni previdenziali, comprese anche le Casse professionali, al fine di conseguire una pensione “unica”, ossia la somma di tanti spezzoni contributivi ciascuno determinato con i criteri della relativa gestione previdenziale.

Pertanto, in base a tale istituto, come chiarito dalla relazione illustrativa alla Legge “i soggetti che abbiano contributi (relativi a periodi non coincidenti) in diverse forme pensionistiche obbligatorie di base (inerenti ai lavoratori dipendenti o ai lavoratori autonomi e parasubordinati iscritti in regimi INPS) possono cumulare gratuitamente i medesimi, in alternativa agli istituti della ricongiunzione (eventualmente onerosa) o della totalizzazione; si ricorda che nella totalizzazione (anch’essa gratuita) i periodi contributivi danno luogo a quote di trattamento pensionistico calcolate secondo il sistema contributivo, mentre nell’istituto del cumulo ogni quota di trattamento è determinata mediante i criteri di calcolo inerenti (secondo la rispettiva disciplina) alla corrispondente quota di anzianità contributiva”.

Sul piano operativo le nuove regole stabiliscono che il “cumulo” può essere utilizzato non solo per ottenere la pensione di vecchiaia, di inabilità, indiretta ai superstiti ma anche per ottenere, dal 2017, la pensione “anticipata” al raggiungimento dei relativi requisiti. Inoltre, per effetto dell’abrogazione della condizione di accesso al “cumulo” riguardante il mancato possesso dei requisiti per il diritto al trattamento pensionistico, lo stesso istituto è utilizzabile anche quando siano stati già raggiunti, in una delle gestioni previdenziali in cui sono stati versati i contributi, i requisiti minimi per il diritto alla pensione.

Ribadisco che è ancora presto, senza le disposizioni attuative per valutare questa opportunità però, sembra che, da talune stime, il cumulo inciderà per 1 mld sulla sostenibilità di Inarcassa.

No alla spending review per le casse private

Una “tassa” particolarmente fastidiosa per le casse private è stata la norma introdotta dal Governo Monti nel 2012 chiamata “Spending Review”, in buona sostanza si imponeva alle amministrazioni pubbliche di ridurre le loro spese per consumi intermedi e versare allo Stato le somme risparmiate, stiamo parlando di un contributo di circa 10,7 mln di euro per le sole casse di previdenza private nel 2015.

Il problema è che le casse di previdenza private essendo “private” non dovrebbero appartenere alla pubblica amministrazione e quindi non dovrebbero essere soggette a questi oneri e se effettuano risparmi sulla loro amministrazione dovrebbero andare a beneficio delle pensioni e non dello Stato che non partecipa al pagamento delle pensioni.

Ora è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso della cassa di previdenza dei dottori commercialisti Cnpadc, che ha dichiarato incostituzionale la Spending Review.

“Negli anni ’90 – si legge nella sentenza – il legislatore italiano ha ritenuto che i due sistemi (pubblico e privato) potessero coesistere in ragione delle specifiche peculiarità”.

La Costituzione, osservano i giudici, non prevede l’obbligo di “realizzare un assetto organizzativo autonomo basato sul principio mutualistico” ma “una volta scelta tale soluzione, il relativo assetto organizzativo e finanziario deve essere preservato in modo coerente con l’assunto dell’autosufficienza economica, dell’equilibrio della gestione e del vincolo di destinazione tra contributi e prestazioni”.

I magistrati hanno osservato che la disposizione censurata opera “in deroga all’ordinario regime di autonomia della Cassa, in parte alterando il vincolo funzionale tra contributi degli iscritti ed erogazione delle prestazioni previdenziali”.

Infatti secondo la Consulta, “la scelta di privilegiare, attraverso il prelievo, esigenze del bilancio statale rispetto alla garanzia, per gli iscritti alla Cnpadc, di vedere impiegato il risparmio di spesa corrente per le prestazioni previdenziali non è conforme né al canone della ragionevolezza, né alla tutela dei diritti degli iscritti alla Cassa, garantita dall’art. 38 Cost., né al buon andamento della gestione amministrativa della medesima”.

Secondo il presidente del Cnpadc Walter Anedda, i professionisti in genere “vedono difeso il diritto a vedere impiegati i propri risparmi previdenziali unicamente per le finalità istituzionali, senza che, attraverso una surrettizia forma di imposizione tributaria, possano essere destinati a una generica finalità di copertura della spesa pubblica”.

La Consulta chiarisce che lo Stato, avendo scelto di “garantire ai professionisti un futuro previdenziale tramite Enti di diritto privato”, deve “coerentemente preservare tale assunto”, non intaccandone con interventi normativi “l’autosufficienza finanziaria”, conclude Anedda.

Insomma un nuovo capitolo delle lotta per l’autonomia delle Casse che sono private ma inserite nell’attivo del bilancio statale e nell’elenco istat delle amministrazioni pubbliche e le cui delibere sottostanno all’approvazione di tre ministeri.

Informazioni di economia e finanza by Inarcassa

Nel 2017 il Patrimonio Netto di Inarcassa sarà prossimo ai 10 miliardi. Una cifra che indica la dimensione della Cassa ed il ruolo di investitore istituzionale assunto in questi anni sia nel contesto previdenziale, sia nell’ambito macroeconomico del Paese.

Inarcassa per la gestione del proprio patrimonio dispone di un apposita struttura: la Direzione Patrimonio, giornalmente impegnata nello studio dei mercati e degli investimenti che ha inteso fornire pubblicamente una breve short letter mensile di facile lettura che rapporta sui principali eventi del mese che regolano l’andamento dei mercati e del patrimonio Inarcassa: https://www.inarcassa.it/site/home/news/articolo7126.html

Ringrazio per l’attenzione e invio i miei più cordiali saluti

Giuliano Arbizzani

Cesena, lì 11 febbraio 2017

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