Rappresentatività

Dal Delegato INARCASSA

Tra gli argomenti trattati nell’ ultimo Comitato Nazionale ha avuto particolare rilievo la: “Modifica Rappresentatività”.

Per rappresentatività in Inarcassa si intende l’insieme degli Organi che esprime la rappresentanza legale dell’Organizzazione.

In particolare l’Organo di base è l’assemblea provinciale degli iscritti che elegge i componenti del Comitato Nazionale Delegati Inarcassa (230 componenti), che a loro volta eleggono il Consiglio d’Amministrazione con 11 membri tra cui il Presidente e il VicePresidente e la Giunta Esecutiva oltre al Collegio dei Sindaci composto da due membri eletti dal CND e tre designati dai ministeri vigilanti.

Funzioni del C.N.D. sono:

a) stabilire i criteri generali cui deve uniformarsi l’amministrazione di INARCASSA;

b) deliberare sulle modificazioni e le integrazioni allo Statuto;

c) determinare la misura degli emolumenti ai componenti del Consiglio di Amministrazione, della Giunta Esecutiva e del Collegio dei Sindaci;

d) deliberare in ordine ai regolamenti riguardanti le attività di previdenza e assistenza, alle loro modificazioni ed integrazioni, e sulle variazioni della misura delle contribuzioni;

e) eleggere il Consiglio di Amministrazione ed i due sindaci effettivi ed i due supplenti di sua competenza;

f) approvare il bilancio preventivo, le eventuali variazioni ed il conto consuntivo di INARCASSA;

g) nominare, su proposta del Consiglio di Amministrazione, la società cui affidare la revisione contabile e la certificazione di cui all’art. 2, terzo comma del d. lgs. 30 giugno 1994, n. 509;

h) deliberare, con decisione definitiva motivata, sui rilievi effettuati dai Ministeri vigilanti ai bilanci preventivi, ai conti consuntivi ed in merito alle altre materie di cui all’art. 3, comma 3, del d. lgs. 30 giugno 1994, n. 509;

i) esprimere parere su ogni altra materia sottoposta alla sua attenzione dal Consiglio di Amministrazione;

l) esercitare tutte le altre attribuzioni previste dal presente Statuto e da altre fonti normative in materia;

m) deliberare la nomina del Collegio dei Sindaci;

n) deliberare, fermi restando i poteri attribuiti ai Ministeri vigilanti dall’art.2 del decreto legislativo n. 509 del 1994, la revoca dell’intero Consiglio di Amministrazione … omissis …

Il numero dei 230 delegati Inarcassa è il maggiore tra tutte le casse private, in realtà se si considerano il rapporto iscritti/delegati, Inarcassa, con circa 166000/230, cioè uno ogni 722 iscritti, è inferiore alla Cassa Geometri con circa 95000/150 cioè uno ogni 633 iscritti, ma, invece, per esempio, la cassa degli avvocati ha un rapporto di circa uno ogni 2000 iscritti.

La formazione del numero dei componenti il comitato ha un origine storica, nel 1958 all’istituzione di Inarcassa a fronte di circa 13.000 iscritti ing. e 6.700 arch. vi erano 95 delegati provinciali ing. e 20 delegati regionali arch. (105).

Nel 1995, a seguito della privatizzazione della cassa, si è passati a 22.500 iscritti ing. e 29.000 arch. con 101 delegati ing. e 101 arch., su base provinciale (202).

Poiché esisteva una certa disparità tra gli iscritti delle varie provincie, per esempio Forlì-Cesena ha 600 iscritti ing. e 550 iscritti arch. mentre Roma ha 5.000 iscritti ing. e 9.300 arch., per riequilibrare la rappresentanza degli iscritti nel 2004 si è passato ad un delegato ogni 2.500 iscritti, così a fronte di 52.000 ing. e 67.000 arch. si sono avuti 112 ing. e 115 arch. (227).

La crescita dei delegati Inarcassa è stata causata dalla crescita della cassa e dalla gemmazione delle provincie, gli iscritti della cassa nel 2010-15 sono aumentati linearmente del 10% circa mentre dal 2015 ad oggi non vi è stata crescita, inoltre, per esempio, con il frazionamento della Sardegna in otto provincie si è passati a 16 delegati con l’estremo assurdo che il delegato arch. di Carbonia-Iglesias rappresenta 29 iscritti.

Oggi a fronte di circa 78.000 ing. e 88.000 arch. si possono avere potenzialmente 112 delegati ing. e 118 arch. (230) ma in realtà per mancanza di quorum e per motivi vari alcuni delegati non sono stati eletti.

La differenza di rappresentanza tra i vari delegati è stata graduata in maniera che una provincia fino a 300 iscritti arch. o ing. esprimesse 1 voto, fino a 700 2 voti, fino a 1200 3 voti, fino a 1800 4 voti, fino a 2500 5 voti, non è possibile assegnare più di 5 voti.

Nel passato quinquennio, nel 2013, nell’ambito delle ipotesi di riforma di Inarcassa, sono stati eletti 4 comitati di studio, di 5 componenti l’uno, tra cui il comitato rappresentatività che doveva studiare, ovviamente, la riforma della rappresentatività del Comitato Nazionale Delegati Inarcassa.

Dichiarandomi esplicitamente come rappresentante delle piccole città ho ottenuto una più che lusinghiera affermazione personale venendo eletto nel comitato rappresentanza.

Argomenti della discussione per la rappresentanza Inarcassa sono:

     le categorie degli ingegneri e degli architetti sono diverse, infatti, semplificando, gli ingegneri hanno un reddito medio di €.30.000 mentre gli architetti di €.20.000 ( Statistiche reddito Ingegneri Architetti Inarcassa ) e gli architetti sono circa il 10% in più degli ingegneri, per taluni tuttavia non vi è differenza dal punto di vista previdenziale tra ing. e arch. se non come quella che c’è tra iscritti che hanno redditi più alti e altri che hanno redditi più bassi;

     non vi è un costo eccessivo del delegato perché i costi sono nella media di quelli dei delegati delle casse;

     non esiste un inefficienza del comitato in rapporto al numero di iscritti, infatti nel 2012, in otto mesi, è stato in grado di approvare una riforma che sulla base della sostenibilità a 50 anni ha stravolto completamente il regolamento previdenziale riducendo sostanziosamente le pensioni che saranno erogate;

     all’esterno criticano il numero di delegati perché generalmente ritenuto troppo alto;

     i collegi elettorali naturali sono le province, infatti sia gli architetti che gli ingegneri sono organizzati in ordini che hanno base provinciale (i collegi degli avvocati invece sono organizzati sulla base delle Corti d’Appello);

     lo statuto è basato esplicitamente sulla rappresentanza province, una abrogazione delle stesse implicherebbe un vuoto normativo (oramai improbabile a seguito del referendum ma non così nel 2013), ma, anche, un ulteriore gemmazione o una riorganizzazione potrebbe stravolgere il comitato, per esempio, la Sicilia, a un certo punto ha prodotto una sorta di abolizione delle province passando ad un più ampio numero di consorzi di comuni, poi naufragato e ora ha ripristinato le provincie con un nome diverso (città metropolitane e liberi consorzi comunali), la Sardegna, prima ha abolito le otto province tornando alle quattro poi ha aggiunto la provincia-città metropolitana di Cagliari.

Tra le attività del comitato, personalmente, ho predisposto una ipotesi di riforma profondamente diversa da quelle formulate dagli altri componenti.

I principi base della rappresentatività in Inarcassa espressi dall’epoca di fondazione sino ad oggi sono:

     diffusione nel territorio;

     rispetto della categoria professionale;

     proporzionalità di voto rispetto al numero degli iscritti rappresentati;

La distribuzione degli iscritti nel territorio e l’organizzazione delle categorie professionali dell’architetto e dell’ingegnere su base provinciale rendono impossibile creare dei collegi territoriali omogenei per numero di componenti se non inventando degli arbitrari frazionamenti di province.

l’analisi svolta evidenzia che il rapporto del costo degli organi collegiali Inarcassa, rispetto agli iscritti, è in linea con i costi della altre casse, così pure il rapporto del numero dei delegati sugli iscritti e, che, il numero attuale dei delegati non influisce sulla produttività del comitato.

Un principio base della democrazia è che ogni rappresentante “pesi” quanto qualunque altro e, che, sia la popolosità dei gruppi ad attribuirne il “potere” (indicandolo adesso e in seguito il “potere” come la somma dei voti decisionali espressi da un singolo o da un gruppo) e non che tutta la percentuale del “potere” rappresentato sia attribuito ad un singolo individuo.

Il mio studio, in maniera originale, è stato teso a mantenere il delegato provinciale, rispettando per quanto possibile la differenziazione tra ingegneri e architetti, passando a una testa un voto.

Già adesso in Inarcassa il voto non è espresso in maniera proporzionale con il numero di iscritti rappresentati (il delegato con 29 iscritti ha 1 voto come quello con 299 e così via).

Analizzando l’insieme dei voti attribuiti alle grandi città Inarcassa (solo Milano e Roma e ognuna attribuisce più di 20 voti) quello delle medie-grandi (solo Napoli Firenze Torino, ognuna ha tra 10 e 20 voti) quello delle Medie città (Bari, Bologna, Brescia, Bergamo, Genova, Monza-Brianza, … Venezia sono complessivamente 35 con ciascuna un numero di voti tra 5 e 10) e le Piccole città (Forlì-Cesena, Campobasso, Aosta, Trieste … sono complessivamente 70 con ciascuna voti totali =4) vediamo che le grandi città MR a fronte del 15,1% degli iscritti attribuiscono il 9,98% dei voti totali, le medie grandi NFT a fronte del 10,0% degli iscritti attribuiscono il 7,02% dei voti, le Medie città con il 45,4% degli iscritti il 41,40% dei voti e le Piccole città a fronte del 29,7% degli iscritti il 41,40% dei voti.

La mia proposta di riforma:

Una prima regola è mantenere la diffusione sul territorio dei delegati sostituendo alle circoscrizioni provinciali assemblee territoriali corrispondenti alle province di una precisa epoca, in maniera da evitare vuoti normativi o ulteriori gemmazioni magari eccessive (nel 2013 tutto ciò sembrava inevitabile).

La seconda regola è che una assemblea territoriale che non raggiunge un numero di iscritti pari ad almeno 1/1.000 degli iscritti inarcassa (166.000/100=166) viene accorpata all’assemblea territoriale confinante formando un’unica assemblea (tale regola impatta già con una riduzione di 16 delegati).

La terza regola è di attribuire alle assemblee territoriali che non superano i mille iscritti (sommati tra architetti e ingegneri) un solo delegato o arch. o ing. in base a chi prende più voti, per le assemblee che superano i 1.000 iscritti rimane il sistema elettorale attuale cioè 1 delegato arch. e 1 ing. e un ulteriore delegato ogni 2.500 iscritti.

La quarta regola è che a tutti i delegati eletti viene attribuito 1 voto.

Questo nuovo regolamento elettorale implica una diminuzione di 57 delegati (-24,8%) e però l’attribuzione di 1 voto ad ogni delegato modifica la distribuzione del parametro “potere” (già definito), le grandi città MR 6,9% (-30,9%), le medie grandi NFT 5,1% (-26,3%), le Medie 40,2% (-7,0%), le Piccole 45,8% (+10,7%).

Come variante attribuendo con un opportuno regolamento 4 delegati in più (in totale) alle grandi città MR e 3 in più alle medio-grandi NFT (in totale), la riduzione è di soli 50 delegati e la distribuzione del parametro “potere” è sostanzialmente molto simile a quello attuale grandi città MR 8,8% (-11,4%), medie grandi NFT 6,6% (-5,61%), Medie 38,6% (-7,0%), Piccole 45,8% (+10,7%).

Con tutto ciò però si mantiene la diffusione sul territorio dei delegati perché, altrimenti, per passare a riduzioni anche più sensibili dei delegati, i collegi sarebbero regionali e, tipicamente, verrebbero eletti delegati provenienti dalla città capoluogo, si passerebbe a una testa un voto, evitando l’assurdo che 5 delegati insieme esprimano un “potere” equivalente a quello di uno solo proveniente dalle città più grandi.

L’ampio e acceso dibattito in seno al CND si è concluso con una mozione che rilevando che si era in attesa della riorganizzazione degli ambiti territoriali, o della loro eliminazione, chiedeva di sospendere la trattazione dell’argomento in attesa di tali indicazioni.

Durante la campagna elettorale per il rinnovo del C.N.D. del 2015 che, tipicamente, come ogni quinquennio, ha confermato circa i due terzi dei delegati e ne ha sostituito un terzo, molti candidati, poi eletti, si sono espressi circa la volontà di ridurre consistentemente il numero dei componenti.

Il Presidente Inarcassa, Giuseppe Santoro, intenzionato a perseguire una riforma complessiva della cassa, all’inizio del proprio mandato a fine 2015, ha riproposto il tema della riforma della rappresentatività.

Invece che nominare un nuovo comitato che studi di nuovo la problematica, sono stato invitato a riesporre i miei studi mettendone così a conoscenza anche i nuovi delegati.

Ho concluso la mia esposizione dichiarando: credo che se il comitato si deve ridurre ciò sarà solo a fronte del passaggio a una testa un voto, con numero contenuto di riduzione dei delegati e mantenendo la rappresentatività omogenea tra architetti e ingegneri diffusa sul territorio.

Dopo il consueto ampio e particolarmente acceso dibattito è stata votata una mozione che impegnava il CDA a proporre un regolamento di modifica alla rappresentatività nei termini delle mie conclusioni.

All’ultimo CND, il C.d.A., ha proposto una riforma che prevedeva:

     la sostituzione delle “Province” con “Circoscrizioni Territoriali” composte dalle attuali province, città metropolitane e liberi consorzi comunali;

     le Circoscrizioni Professionali sono costituite da tutti gli ingegneri ed architetti iscritti ad Inarcassa residenti nella Circoscrizione Professionale (gli ing. e arch. stanno insieme senza differenziazione);

     ogni Circoscrizione Professionale elegge almeno 1 delegato;

     ogni delegato ha diritto ad un voto;

     ogni Circoscrizione Professionale elegge:

      1 delegato se il totale degli iscritti ingegneri ed architetti non supera i 1500;

      2 delegati se gli iscritti sono compresi fra 1501 e 3000;

      3 delegati se gli iscritti sono compresi fra 3001 e 6000;

      4 delegati se gli iscritti sono compresi fra 6001 e 9000;

      5 delegati se gli iscritti sono compresi fra 9001 e 12000;

      6 delegati se gli iscritti sono compresi fra 12001 e 15000;

      7 delegati se gli iscritti sono compresi. fra 15001 e 18000;

      8 delegati se gli iscritti sono pari o superiori a 18001.

     le categorie professionali possono votare indifferentemente un ingegnere o un architetto e viene eletto il candidato che riceve il maggior numero di voti a prescindere dalla categoria;

     nelle Circoscrizioni professionali con più di un rappresentante risultano comunque eletti almeno un ingegnere ed un architetto.

Tale riforma prevedeva una riduzione di 75 delegati (-32,6%) e dei 155 superstiti obbligava l’elezione di 31 ingegneri e 31 architetti.

La riforma applicata al campione dei miei studi del 2013 dimostra una minore preoccupazione del CDA rispetto alla mia di derogare dall’attuale proporzionalità tra iscritti e rappresentatività, infatti le grandi città MR con il 15,1% degli iscritti ottengono il 7,0% dei voti con una riduzione del 29,8% rispetto alla rappresentatività attuale, le medie-grandi NFT 10,6% iscritti 6,37% voti -9,3% rappresentatività attuale, le Medie città 45,4% iscritti 42,0% voti +1,0 rappresentatività attuale e le Piccole città 29,7% iscritti 44,5% voti con un aumento del 7,6% rispetto alla rappresentatività attuale.

Mentre nelle grandi città si ha un delegato ogni 2282 iscritti nelle piccole si arriva ad un delegato ogni 705 iscritti.

Mentre mi preparavo al dibattito mi chiedevo quale impatto avrebbe avuto l’ipotesi di riduzione del 32,6% dei delegati rispetto a quella formulata da me del 24,5%.

Durante il dibattito sono arrivato a sentire dichiarare da un delegato che, anche se durante la campagna elettorale era favorevole alla riduzione dei delegati, alla luce del dibattito aveva cambiato idea.

Alla fine del dibattito tra le varie mozioni conclusive la seguente mozione:

Il Comitato Nazionale Delegati Inarcassa riunito a Roma nei giorni 20 e 21 aprile 2017, in ordine al punto 5 dell’ODG avente ad oggetto la “modifica della rappresentatività”;

     alla luce di quanto emerso dalla discussione generale considerato che l’attuale configurazione e numerosità del C.N.D. non determinano costi che inficiano la sostenibilità dell’associazione;

     ritenuto che il C.N.D. nell’attuale configurazione e numerosità ha dimostrato negli anni efficienza nei lavori ed efficacia nello svolgimento dei compiti allo stesso attribuiti dall’Art. 12 dello statuto;

     ritenuto ancora che la diversa attribuzione del numero dei voti a ciascun delegato, così come disposta dall’Art. 11 dello Statuto non determina situazioni di squilibrio tra gli stessi, risultando sempre e comunque privilegiata la qualità dei contributi e della idee espresse, indipendentemente dal numero dei voti espressi;

     ritenuta infine l’opportunità di mantenere, in ambito territoriale la diversa rappresentanza tra ingegneri ed architetti:

     pur apprezzando il lavoro del C.d.A.;

delibera

di non procedere nella riforma della composizione del Comitato Nazionale Delegati, così come definita dall’Art. 11 dello Statuto di Inarcassa.

Tale mozione è prevalsa con un a risicatissima maggioranza di 208 voti favorevoli rispetto a 182 contrari e 26 astenuti.

Il mio voto è stato contrario alla delibera.

Ringrazio per l’attenzione e invio i miei più cordiali saluti

Giuliano Arbizzani

Cesena, lì 2 luglio 2017

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